ATTIMI DI SATORI di Monica Simionato




Questa seconda parte della vita, sul piano sia personale che professionale, mi sta regalando molti colori, forse perché gli occhi (che vedono meno in termini di “decimi”) hanno sviluppato una visione più sottile, chissà. Tutte queste gradazioni e toni comprendono anche la sofferenza ed emozioni quali la rabbia e la disperazione.

Di recente, un genitore mi ha portato tutto lo sconforto, la paura e la collera di fronte alla malattia del figlio che non riesce ad “accettare”. Insieme ad altri che, di fronte alle perdite, sperimentano questa umana e comprensibile reazione, li porto con me nel momento del rilassamento durante la mia ultima lezione di Yoga. In questo momento, è per me possibile sentirli nel loro profondo risuonare e, al tempo stesso, non sentirmene, in qualche modo sopraffatta.

La maestra di Yoga ci ha parlato, all'inizio della seduta, di quanto sia importante godere dei momenti, assaporandoli. E, soprattutto, dei più semplici e piccoli nel loro essere dati per scontati (il calore di un raggio di sole, una sedia comoda, un sorriso incrociato per caso). Soprattutto quando si verificano in momenti di grande difficoltà che ci portano a vivere problemi e prove importanti.

Non cambia la situazione, certo. Riflettevo che, forse, creano delle piccolissime “oasi” di benessere e bellezza possibile, quelle che una cara amica chiama “tane magiche”.

Certo non è molto, eppure non è poco. 

Immagino questi momenti possibili come “attimi di satori”.

Da Wikipedia: nella pratica del Buddismo Zen indica l'esperienza del risveglio inteso in senso  spirituale, nel quale non ci sarebbe più alcuna differenza tra colui che si "rende conto" e l'oggetto dell'osservazione.

Insomma, la famosa “illuminazione”. Non so voi, ma io mi sento piuttosto lontana da uno stato di Satori “a lungo termine”, mi sto però applicando a coltivarne attimi. Già così, mi pare moltissimo sia per me che per le persone che incontro, impegnate a traversate di burrasche e terremoti esistenziali.

"Nel mondo del satori non c’è niente da trovare,
non c’è né l’uomo né Buddha.
Tutti gli universi
sono essi stessi come bolle nell’oceano.
Tutti i saggi e i venerabili
sono come lampi nel cielo"
Shodoka

Tra l'altro, dato che, sempre secondo il Buddismo, tutto è “impermanente” e quindi transitorio, tale modalità limitata nel tempo non sarebbe da considerarsi un limite.

Discorsi non semplici, credo di portata religiosa, come scriveva Jung:

Nel campo cristiano Satori corrisponde ad un'esperienza di trasformazione religiosa”

Allora, spero che, insieme alle consapevolezze, agli sforzi per migliorare il modo di guardare alla vita, da qualche parte agisca una forza che ci aiuti ad accogliere i piccoli grandi momenti di illuminazione, soprattutto attraversando il suo rovescio: la notte e il buio.


Durante il giorno c’è la luce del sole.
Durante la notte c’è la luce della luna.
Cos’è la «luce di Dio»?”
“Quella del sole e della luna”.

Joshu

Commenti

  1. complicati nella loro velocità, questi attimi, da "carpe diem". uno scritto apparentemente semplice. forse perchè tratta della vita che, si sà, non è malleabile.

    Nino

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    1. Non semplice, certo....riuscire ad accogliere questi "attimi" anche in maniera intermittente mi sembra già molto.

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