Tutto bene



di Nadia Ferrari

Seguo la tessitura portata al tema degli annunci di nascita dalle mie compagne e un po' come Raffaella io non ho raccolto molto sulla mia nascita e il mio annuncio ora non può più essere chiesto. La testimonianza possibile oggi nel racconto si mischia a nascite diverse in diversi tempi e si costruisce su fantasie, anche belle, ma che risulta difficile comprendere se rispondono alla realtà. 

Ricordo però che tutti i racconti sulla mia nascita, che accadde alla Clinica Mangiagalli, avvenivano in contrasto con quella di mio fratello nato due anni prima di me. Un parto podalico il suo, tenuto per giornate intere in travaglio. Un evento triste che mise a repentaglio la vita stessa di mia madre. Sino a che mia nonna non decise di prendere provvedimenti ribaltando medici, ostetriche, infermieri ed ospedale tutto, costringendoli ad intervenire. Mio fratello nacque rimase in vita venti minuti e poi mori.

La memoria narrata di questo nefasto evento si trasformava ogni volta che veniva rappresentata da un familiare diverso che ovviamente ne riportava la sua parte e il suo dolore. Mia madre, allora solo ventitreenne, scrisse una lettera rivolta a lui Valerio, che mi fu letta e riletta negli anni, una testimonianza semplice e struggente e nello stesso tempo la dimostrazione che non bastava che dopo fossi nata io a lenire la mancanza. Mio padre, nei racconti, non si dava ragione … il primogenito era un maschio.

Le vicende nel loro dirsi ad un certo punto si accorgevano di me ed enfatizzavano l’evento che mi portò al mondo dicendo che io ero una bimba bellissima, che il medico, l’emerito prof. Cavallotti, (lo stesso che assistì mio fratello) mi mostrò a tutto il reparto come il trofeo della buona riuscita. Il discorso finiva lì siglandolo di solo due parole di sollievo: “con te tutto bene”. 

Ecco questo è tutto quello che so. 

Io nasco per mancanza. Una mancanza oggi doppia perché al tempo non raccontavano di me ed oggi le testimonianze non possono più essere… ma amo pensare che in quel “tutto bene” sia nascosto il bello e il buono che nella mia famiglia non si è mai saputo raccontare. 


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