Donne e nutrimento




di Luigina Marone

Tra le scelte di questi ultimi periodi, il desiderio di novità mi ha portata a frequentare un percorso formativo per Ambasciatori del ritmo nell'intento di portare all'interno del lavoro di pedagogista dimensioni di incontro, di ascolto reciproco e di vicinanza di gruppo che aiutino a contattare il corpo e parti di sé, toccando corde inusuali dell'interazione. Quasi come se il suono del tamburo e il ritmo avessero accesso a dimensioni primordiali, a stretto contatto con il battito del cuore.

Il percorso ha previsto un lavoro nel pre-work con la costruzione di una mappa del proprio albero, un modo di prendere contatto con la propria storia attraverso l'autobiografia musicale e forse di anima.

Nelle radici si possono descrivere le parti che permettono stabilità, sicurezza, piacere, vita, nutrimento. La ricerca mi diverte e mi impegna contemporaneamente e, mentre descrivo, mi accorgo che prendo consapevolezza di alcuni aspetti del mio essere di oggi, collegate a stabilità che mi uniscono a compagne di viaggio speciali, come quelle del gruppo Amazzone o Penelope, da cui mi arriva nutrimento.


Forse per la prima volta mi sono resa conto che siete parte della mia biografia, presenze  importanti, Irene, Monica, Raffaella e Nadia e mi piace l'interesse e la ricerca che ci coinvolge di volta in volta, chiedendoci di metterci in gioco insieme su diversi aspetti, sostenendoci in qualche modo l'una con l'altra.

In questo nuovo percorso il lavoro della rappresentazione dell'albero prosegue, sempre accompagnato da stimoli, suggestioni, ricerche di senso e di significato attraverso l'immagine simbolica del tronco con i suoi movimenti di sali e scendi e poi della chioma con i frutti maturi e altri che stanno sbocciando e maturando.

Ad un certo punto emerge un pensiero. Gli Indiani d’America, quando devono valutare la bontà di una scelta, si domandano: questa cosa, porta vita a me? Porta vita agli altri? Porta vita alla vita? Se alla prima domanda, la risposta è negativa non si proseguono neppure con le successive, perchè l’idea viene già valutata come non buona.

Questa sollecitazione mi riporta al gruppo e alla nostra esperienza culturale di Amazzone o Penelope. Questo passaggio mi ha resa consapevole di cosa ha voluto dire per me far parte di questo gruppo dal momento in cui Irene mi ha chiesto di farne parte. Sento che oggi,  grazie al raccontarlo, è avvenuto un ulteriore passaggio di consapevolezza della mia scelta personale, che sancisce sempre con più forza il volerne davvero far parte. 

Lo stimolo reciproco a intraprendere percorsi e approfondimenti, anche a partire da quello che viviamo noi, le donne e le madri che incontriamo, è un battito del cuore vicino all'anima e le storie narrate hanno una forte risonanza con il ritmo del tamburo e le vibrazioni primordiali. Cogliere che porta vita a me, porta vita agli altri, porta vita alla vita, lo rende ancora più prezioso e necessario.


Un abbraccio di gratitudine a voi compagne di viaggio e a chi ci segue scegliendo di fare parti di strada insieme, al nostro fianco.

















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