Gesti discreti





di Luigina Marone

In questi giorni ho accompagnato mia mamma a fare la spesa nel paese vicino e anche queste piccole attività per lei sono oramai delle grandi imprese. Ha ottantotto anni e, anche se molto forte di carattere, gli acciacchi, che di giorno in giorno aumentano, la mettono a dura prova. È contenta dell’aiuto che le offro e contemporaneamente le sembra di dare disturbo, perché abituata a fare da sola. A volte per questo aspetto la prendo un po' in giro sperando di alleggerirla di questo peso, rendendo così il mio aiuto lieve.

Premetto che mia mamma ha vissuto in tempo di guerra, con il papà in Germania perché socialista e, insieme alla madre e alle sorelle se la sono dovuta cavare da sole e come potevano, soffrendo anche la fame. Dopo aver fatto la spesa dal fruttivendolo, ci siamo avviate verso un altro negozio e, mentre posteggio la macchina, vedo che all'esterno c'è un ragazzo molto probabilmente immigrato dall'Africa. 

È da qualche anno, che ognuno di noi li incontra fuori dai negozi alimentari, quasi a dirci che, loro a differenza nostra, non ce la possono fare nel nostro paese e che sono in difficoltà. Ecco perché non tutti i giorni è facile incontrarli. 

Apro la portiera a mia mamma per darle il braccio, aiutandola a scendere e accompagnandola nella camminata. Prima di muovere i primi passi verso la nostra meta, la vedo cercare qualcosa nella borsa, mentre mi dice ..."preparo un'offerta per quel ragazzo”. Quando siamo passate al suo fianco con molta discrezione, senza parole, senza sorrisi, con uno sguardo che lasciava intendere tante cose, gli ha messo in mano la sua offerta.

Gesti che riprendono i fili di storie, la sua di una vita difficile che intreccia quella di un giovane che può avere l'età dei miei nipoti. Storie e gesti, che porto e porterò con me … sempre.

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