Donne, gesti, educazione























di Irene Auletta


Il bello dei nostri incontri di progettazione si ripete sempre con rassicurante puntualità. Il tema prende corpo, i pensieri passano da una forma molta confusa e ingarbugliata ad una che pian piano si delinea in precisione e armonia, le riflessioni danzano tra le nostre parole e la leggerezza condisce tutto come un gesto affettuoso.

Ogni volta il confronto raccoglie tematiche che acquistano nuovi significati e possibilità di essere trattate proprio grazie al fatto che ciascuna di noi ne coglie, attraverso la propria lente, differenti sfumature. 

Di fronte al tema scelto una domanda sembra aleggiare puntualmente, anche se non detta. Come gruppo culturale che si occupa di esplorare e nominare le polarità del femminile e il suo sguardo peculiare sulla vita e sulla relazioni, cosa possiamo dire e condividere di originale e specifico rispetto all’argomento?

Per questo motivo negli anni ci è venuta in aiuto l’idea di coinvolgere direttamente le donne, tramite interviste, questionari o incontri preliminari, raccogliendo proprio da loro idee, spunti, riflessioni e nuovi interrogativi possibili. Il materiale a cui attingere si rivela sempre molto ricco e, anche in questo, la generosità femminile non ci ha mai deluso.

Il tema oggetto dell’evento attualmente in fase di elaborazione e progettazione, ripreso anche nel titolo di questo post, chiama a riflettere sui gesti di madri, figlie, educatrici, in un percorso di scoperta che mette in luce anche i significati che ciascuna ha attribuito alla parola gesto.

Per qualcuno ha coinciso con la classica definizione da dizionario come quel “movimento delle mani o del capo con cui si accompagna il discorso o per mezzo del quale si esprime uno stato d’animo” mentre per altri ha compreso anche comportamenti o modi di dire. Una ricchezza tutta da esplorare e da raccogliere e che ci auguriamo di riuscire a restituire in occasione della nostra serata insieme.

Ma i miei gesti preferiti o quelli che ricordo più di frequente? La memoria mi porta molto indietro nel tempo e mi vedo bambina seduta da qualche parte in casa mia a leggere, scrivere o mangiare con mia madre lì vicina, apparentemente a fare nulla ma potentemente ad esserci, in quel suo silenzioso annuire.

In un attimo, il tempo mi precipita ad oggi e quasi in un magico specchio vedo riflesso il movimento del mio capo mentre sostengo mia figlia, nel suo incontro con il mondo.

Potenza dei gesti educativi!

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