Prendersi cura della vita e dei racconti



di Raffaella Dellera

Ho letto qualche tempo fa La treccia, un romanzo in cui le storie di tre donne, lontanissime tra loro geograficamente e socialmente, finiscono per intrecciarsi in un modo intenso e peculiare, che ha a che vedere con il “prendersi cura”.

Mi è tornato in mente in giorni recenti, dall’osservatorio della stanza di ospedale in cui mi sono trovata a trascorrere il mio tempo. Si è trattato di un “tempo sospeso”: la vita che scorre fuori dai vetri e dai confini del reparto sembra distante e suscita desiderio e nostalgia, ci si concentra sul corpo e sul suo linguaggio, il tempo scorre lento e bisogna impegnarsi per trovare modi per riempirlo.

Nello spazio di una stanza mi sono trovata a dividere questo tempo con altre tre donne e, in un modo tanto naturale quanto sorprendente, ognuna di noi ha intrecciato la sua storia con quella delle altre: nelle lunghe giornate ospedaliere, ci siamo raccontate…

C’era Angela, che ha perso il marito ed un figlio, a cui hanno detto di urlare il suo dolore nel bosco, che racconta che per fortuna c’è sua figlia, la sua mamma e due fratelli.

E poi Alessia, una giovane donna del sud, che nella vita ha attraversato molte difficoltà con la salute, è sposata, ma per lavoro il marito vive al nord e lei nella loro Sicilia.

Laura racconta delle figlie, dei nipoti, cita a memoria versi di poesia, brani di canzoni e ci parla di arte, di viaggi e della bellezza del sole che sorge in montagna

In un luogo di sofferenza e di cura medica, con tutte le sue ambivalenze, quattro donne hanno incrociato storie e discorsi, bellezza e poesia, creando magia. Donne che raccontano, ascoltano e trovano un modo per curare se stesse e le altre, scambiandosi fili delicati, forti, con i colori di mille emozioni.

E così eccomi qui, di fronte agli intrecci di questa mia metaforica treccia di incontri che, ancora una volta, mi restituiscono forte una capacità peculiare delle donne. Quella di tessere storie, emozioni, esperienze, filando la cura e con essa la vita stessa.

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