Magie femminili

 


di Raffaella Dellera


Le riflessioni e i pensieri sul femminile dall’inizio della pandemia si sono moltiplicate e rincorse.

Dagli allarmanti dati sulle donne che si vedono costrette a lasciare il lavoro, alle denunce delle violenze domestiche, dagli equilibri ed equilibrismi per conciliare impegni familiari e professionali, alle constatazioni sulle presenze femminili nel nuovo Governo nascente.

Ho letto ed ascoltato sempre cercando di richiamarmi a quanto ho imparato in questi anni di viaggio nel gruppo Amazzone o Penelope.

 

Qualche giorno fa un’amica mi legge uno stralcio degli intenti del nuovo Governo in cui si dice con chiarezza di voler porre al centro la questione della conciliazione femminile tra carriera e vita familiare. Con allarme mi chiede e si chiede quanto sia giusto e pertinente che si occupino degli uomini di una questione che riguarda le donne.

Ci penso e ripenso e non so trovare risposte che sento “centrate”.

Solo le donne possono avere risposte e trovare soluzioni?

L’ambito della politica è quello più pertinente per auspicare un cambiamento profondo e reale rispetto al facilitare alle donne la conciliazione tra il ruolo professionale e quello familiare?

Ancora una volta non lo so.

Ripenso alla visione femminista e alle conquiste che in molto ambiti le donne sono state capaci di portare avanti. 

Eppure oggi il campo della lotta, della conquista, anche solo come ambito semantico, a me non convince.

 

Se penso alle donne, a quelle che ho conosciuto nella vita o attraverso racconti e libri, credo che potrei dire di essere stata colpita, conquistata, affascinata da quello che mi viene da nominare come il loro “potere di trasformare”.

Mia nonna, nei racconti di famiglia, in tempo di guerra, trasformava i pochi poveri ingredienti che era riuscita a racimolare in un pasto per i suoi tre figli.

Le donne fanno questo…sono capaci di trasformare una visita in ospedale in un'"avventura", una brutta giornata in un’occasione per imparare qualcosa, un percorso di studi accidentato in traguardi da raggiungere, una protesta in una festa…e potrei andare avanti ancora, ricordando donne delle storie e della Storia.

Credo che questa caratteristica richiami la necessità che spesso le donne hanno avuto, come si dice, di “ingegnarsi” e la intravvedo oggi anche nelle persone che conosco e che si ritrovano a fare le “equilibriste” tra contesti, ruoli e abiti quotidiani.

 

Sento che evocare e rappresentare questo potere possa essere una possibilità per un cambiamento di sguardo, di prospettiva, di cultura.

Richiamarlo non credo significhi che solo le donne debbano occuparsene, ma mettere al centro una possibilità diversa di guardare alla realtà, alle comunicazioni, ai contesti sociali, educativi e anche politici.

 

L’augurio per questo 8 marzo vuole essere quello di lasciarsi ispirare, contagiare, cambiare da questa potente “magia femminile del trasformare”.

Commenti

Post più popolari