Sorprendersi .... colti dall'amore


Nel leggere questo racconto sento presenti la danza, il ritmo delle relazioni d'amore e la consapevolezza che, per condividere con qualcuno il resto della propria vita, ci sono paure da superare insieme alla necessità di osare.


Questa testimonianza ci insegna molto anche rispetto ad altre dimensioni della vita, a ciò che si sogna e al rischio da affrontare per farlo diventare realtà, per sentirsi realizzati come persone.


Non provarci neppure, potrebbe essere "il rischio più grande di tutti". (Luigina Marone)


"Amare significa correre il rischio più grande di tutti. Significa mettere il proprio futuro e la propria felicità nelle mani di un altro. Significa consentire a se stessi di fidarsi senza riserve. Significa accettare la vulnerabilità ed è per questo che ti amo" (Thomson)






All’ombra del Salice 


Non mi aspettavo che sarebbe venuto. 


Sulle labbra ho ancora il sapore salato di tutte le lacrime che ormai non riescono più nemmeno a trovare la forza di sgorgare dai miei occhi, rassegnati e tristi. La disperazione, il tormento, passando attraverso l'agonia del quotidiano, improvvisamente senza di lui, si sono trasformati in ovattata e rassegnata apatia. 


Da mesi non riesco nemmeno più a provare rabbia, per quanto accaduto. Quella rabbia che, da quando mi aveva comunicato che se ne sarebbe andato di casa, mi percorreva il corpo in scariche elettriche incontrollabili e mi faceva piangere, urlare, picchiare pugni contro il muro. 


Ero arrabbiata con lui, perché mi aveva lasciata. Ma la verità è che ero arrabbiata soprattutto con me stessa: come avevo potuto tradirlo? Un bacio. Si era trattato di un semplice bacio, rubato da uno sconosciuto in una notte leggera d'estate. Un semplice bacio senza importanza, che non smetteva di bruciarmi dentro come il marchio impresso a fuoco su un'anima infedele. 


Non riuscivo a perdonarmi. Lo amavo così tanto, lui era un pezzo di me. È incredibile come la distanza apra gli occhi sulla realtá, rivelando al cuore ciò che è davvero importante. Le sue braccia che mi avvolgono prima di addormentarmi, i suoi occhi bambini, il profumo della sua pelle, il suo modo scoordinato di mescolare lo zucchero nel caffè, le rughe appena accennate ai lati degli occhi quando ride. Mi mancava tutto di lui. 


Ero così disperatamente arrabbiata con me stessa e non riuscivo a perdonarmi. Il pensiero di aver rovinato tutto e non poter più tornare indietro si mescolava alla paura che potesse rifarsi presto una vita e essere nuovamente felice senza di me. Disperazione e terrore a formare un groviglio furioso che mi attanagliava il petto, rubava il mio respiro, accelerava il battito. Il mondo intorno a me spariva, nella testa la martellante consapevolezza di non poter tornare indietro.


Non avrei mai creduto potesse cogliere il mio invito, e invece eccolo lí. Seduto sulla panchina del nostro primo bacio, all'ombra della pioggia di rami di un vecchio Salice. La luce del sole al tramonto gli illumina il viso. Respiro. Mi prendo ancora qualche istante per osservarlo da lontano. E non posso fare a meno di pensare quanto sia tremendamente bello. 


Non lo vedo da mesi. Ho rinchiuso le mie emozioni dietro a un muro di ghiaccio, per non soffrire più. Non so nemmeno cosa voglio dirgli. Non so nemmeno perché gli ho chiesto di vederci. Forse per dimostrare a lui e a me stessa che sto bene. Un simbolico gesto eloquente, che gli dicesse qualcosa come: -Il tempo è passato e mi sono ripresa, sto bene anche senza di te, vedi? Posso farcela, la vita va avanti.-

Prendo un respiro profondo e mi incammino verso di lui. 


-Ciao...- lo sguardo basso, la mia voce quasi un sussurro.

-Ehi, ciao!- squillante si alza in piedi e si avvicina per darmi due baci di cortesia sulle guance. 

Stringo i denti: no, non sto affatto bene. 

Ci sediamo sulla panchina: -Come stai?- gli domando per spezzare il silenzio imbarazzante che si è venuto a creare.


Inaspettatamente afferra le mie mani con le sue e il calore dolce di quel tocco mi arriva dritto al cuore, sciogliendo il muro di ghiaccio, forse troppo fragile, che mi ero eretta a fortezza. I suoi occhi, lucidi di lacrime, brillano dentro ai miei e mi trafiggono l'anima.


-Scusami.- pronuncia con tono fermo. 

Non riesco a dire niente. Lo guardo negli occhi, mi sento confusa. 

-Insomma, ecco... ho esagerato. Ti ho fatta soffrire. Ero arrabbiato, mi sentivo deluso, tradito. Mi sono lasciato trasportare dalle emozioni e forse avevo bisogno di tempo. Per me. Per capire come mi sentissi, per ragionare sulle cose. E ho capito, Linda. Ho capito che ti amo. Non riesco a stare senza di te, mi manchi. Ho provato a combattere contro questa mancanza, pensando che mi sarei abituato alla tua assenza e poi un giorno mi sono detto: perché? Perché devo stare senza di lei, se è con lei che voglio vivere? Ero appena giunto a questa conclusione, quando mi è arrivato il tuo messaggio. Avrebbe potuto esserci un segno più chiaro di questo? Ho accettato subito il tuo invito a rivederci. Non so cosa volessi dirmi,  perché volessi vedermi, so soltanto che io dovevo farlo. Dovevo dirti che ti amo, altrimenti mi sarei portato dentro il rimpianto di non averlo fatto per il resto della vita.


La mia testa galleggia sopra di me in una accozzaglia di pensieri. Le lacrime mi rigano il volto. Sono stata investita da una serie di emozioni che non mi aspettavo, il suo discorso mi ha colta di sorpresa, sentirgli dire queste parole era tutto ciò che non avevo osato desiderare. Le mie mani non danno ascolto alla paura, di sbagliare, di poter passare di nuovo attraverso quell'inferno di sofferenza da cui sono appena uscita, e  dolcemente accarezzano il suo viso. Lui sorride e mi bacia.


Il suo profumo mi avvolge e le sue labbra sulle mie risvegliano in me sensazioni di un passato che fino a ieri avevo voluto dimenticare. È come se assaggiassi il suo sapore per la per la prima volta, rivivo le stesse emozioni del nostro primo bacio, qui, su questa panchina incisa dei nomi di cento amanti, accarezzata dalle foglie del mio Salice Piangente preferito, nella luce dorata del sole che muore.


-Ti amo anch'io Marco.


I suoi occhi mi sorridono e in me esplode una gioia piena di speranza.

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