Attimi di piccola umanità

 


di Luigina Marone


Entro in casa tua con le chiavi perchè abbiamo trovato con te, mamma, questo accordo organizzativo, dato che sei sorda e a volte non senti il campanello. Mi accorgo subito  che non sei li, seduta nella tua poltrona.


C'è una luce accesa nell'altra stanza, in sala, è quasi sera e stai abbassando le tapparelle, un rituale che scandisce il tempo e la tua giornata, con gesti di cura faticosi e per te ancora importanti. Entro e mi faccio sentire con la voce, proprio per non sorprenderti e spaventarti. Cammini piano piano, dopo le tante ore passate lente della tua lunga giornata.


Ti siedi in poltrona, e io li vicino a te, grazie al tempo che mi sono presa senza altro da fare, e che di solito ci predispone ad accogliere ciò che accade. Tu mi racconti dei fatti del mondo, mi tieni aggiornata di ciò che senti al telegiornale. Per lo più disgrazie, sofferenze e alcune ti colpiscono particolarmente. Speri che il mondo trovi una soluzione per il clima, per i giovani che si ritrovano con malesseri strani a fare risse in piazza ammazzandosi tra di loro. Ti prendi a cuore le perdite inaspettate accadute in alcune famiglie che da un momento all'altro si sono ritrovate senza un caro, per morti dovute ad eventi eccezionali della natura o alla follia di alcune persone. Sembrano così vicini, quasi compagni di viaggio.


Dopo un po' ti calmi, prendi fiato e mi chiedi se voglio rimanere con te a cena. Mi fa piacere e mangiamo in compagnia. I tuoi minestroni, definiti da te senza sale, per me sono così saporiti …sanno di casa. Mentre ceniamo ti racconto di una scoperta fatta negli ultimi giorni ascoltando un meeting one line sul coraggio di dire. Si tratta di una donna e della sua vita e anche il Papa ha voluto conoscerla andando a farle visita a casa sua, il suo nome è Edith Bruck.


Ti racconto delle luci nelle crepe di cui questa donna si fa testimone, luci di piccola umanità viste e intraviste in alcuni minuscoli gesti di vita e speranza da lei raccolti dentro a quel deserto disumano, animale e di dolore atroce, vissuto da piccola all'età di 12 anni, perché ebrea, nel campo di concentramento di Auschwitz.


Il racconto ti riporta a quei tempi e a tuo padre, crepe e luci, per me lui è il nonno raccontato. Le sue storie, in alcune sfumature, le racconti da poco, ricordando sofferenze durate a lungo anche a casa dopo la prigionia civile in Germania e per tutto ciò che ha dovuto fare per sopravvivere. Anche lui ha incontrato piccole luci che hanno deciso la sua sorte e il vostro comune destino, il coraggio di alcune persone hanno permesso il suo ritorno a casa, vivo. La guerra e tutte le difficoltà del periodo superate, è come se facessero riaffiorare la tua forza di allora e mi dici: "erano altri tempi per me, quanta forza che avevo" quasi facendo un paragone al tuo oggi è a ciò che sei in grado di fare. Sai una cosa? Ho imparato osservandoti che la forza ad ogni età si presenta in forme diverse e in te è ancora viva, resistente più di quello che immagini. I tuoi momenti di luce, che riaffiorano dopo molti momenti bui che attraversi, danno ancora tanta speranza.


Mentre sono li con te, vuoi avvisare Donatella, mia sorella e tua figlia,  dirle di rimanere tranquilla in famiglia e di non passare per questa sera, vista la mia presenza. Sistemi famigliari complessi con attenzioni ed equilibrismi imparati insieme, nel tempo.


Dopo i saluti della buona notte, a distanza ti ripenso e riemerge all'improvviso un clima e insieme un ricordo di bambina, quando tornavo a casa da scuola o dal mondo e ti raccontavo con tanta foga le mie scoperte, riflessioni, pensieri facendo con te nuovi collegamenti. 


Credo sia tu la prima persona che ha alimentato in me la curiosità, dandone valore con il tuo ascolto. Accade ancora oggi che mentre ti parlo facciamo collegamenti strani tra la tua e la mia vita. Tra noi scorrono sempre nuove cose da dirci e i libri sono il filo per mettere in comune storie e modi di pensare, conoscenze reciproche che sembrano restituirci l'una all'altra, lontane dai dolori, come nuove luci di speranze. Ti sono grata per questo mamma, è un bel modo di stare al mondo.


E così mi avvio verso la sera, con questo sapore dei ricordi raccolti al tuo fianco che rimane con me anche in tua assenza e che assaporo insieme al calore che trattiene. 

 

Eccolo qui, il nostro tesoro. 

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